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Scuola di  Yoga Tantrico Tradizionale

"Non gettare questo nettare indifferentemente. È da questa sostanza che lo yogi ha la propria origine. La sua natura è l'estasi più elevata. È indistruttibile e splendido ed è penetrante come il Paradiso"

Hevaraja Tantra

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Devi Tantra Yoga propone Corsi e Formazione di Tantra yoga e Tantrismo basati su metodi tradizionali:

 

Il tantrismo è l’insieme degli insegnamenti spirituali, dei metodi rituali, delle pratiche meditative e delle tecniche yogiche1 con cui - manipolando abilmente i componenti del “corpo sottile” (prõÐa, nõÅú, cakra, bindu) - si raffinano le nostre capacità mentali introspettive, si raggiunge il pieno controllo sul corpo, sulla parola e sulla mente e quindi si ottiene la purificazione delle nostre energie interne e dei nostri elementi costitutivi fisici e mentali (che ordinariamente si trovano allo stato grossolano e samsarico sotto forma di emozioni negative e di aggregati dell’ego) ; attraverso questo sottile cambiamento - che avviene in modo più rapido e diretto che non seguendo i s3⁄4tra2 - il praticante si trasmuta e si evolve in quello che è chiamato l’ “Essere adamantino” - cioè realizza la sua essenziale ed innata ‘natura di buddha’, che è indistruttibile e pura come il diamante3.

Si tratta di un processo di evoluzione interiore, a cui si accede esclusivamente per iniziazione e dove gli impulsi emotivi, estetici e sessuali sono una preziosa fonte di energia spirituale ; i livelli di coscienza più profondi - non raggiungibili attraverso il pensiero concettuale - sono ottenibili direttamente mediante l’uso di simboli appropriati ; la pratica effettiva che impegna corpo, parola e mente è l’unico mezzo per mettere in luce i valori della buddhità che già sono impliciti nell’individuo - affinchè egli possa esistere autenticamente, qui ed ora, attuando l’armonia di sensualità e spiritualità.

L’ ESSERE UMANO NEL TANTRISMO.

Ogni essere esistente è diverso, ma non isolato - perché è in correlazione con tutto il resto della realtà. In particolare, l’essere umano è in relazione

a) sia con l’universo nel suo insieme (macrocosmo) ;
b) sia con le singole altre persone.
Pertanto, per ritrovare se stesso l’uomo deve frantumare le barriere

dell’individualità e stimolare (o espandere) la propria consapevolezza, effettuando un cambiamento di prospettiva su entrambi i livelli suddetti, come ora vedremo.

I REQUISITI PER PRATICARE IL TANTRA.

Una volta concluse le “pratiche preliminari straordinarie”, si possono cominciare quelle tantriche.

Comunque, per praticare il tantra, l’adepto deve

1.-- avere una formazione spirituale basata sui metodi dei sutra, consistente nell’aver ottenuto i “tre fondamenti” del Sentiero :

a] nella comprensione della natura dolorosa e impermanente della nostra vita condizionata e nel conseguente desiderio di liberarsi dal saËsõra, desiderio accompagnato dalla risoluzione di abbandonare senz’altro l’esistenza ciclica : questa è la rinuncia al saËsõra (anche se non spontanea, basta che si tratti di quella che sorge dietro sforzo)1 ;

b] nella generazione di bodhicitta (è sufficiente quella che sorge non spontaneamente ma a seguito dei rituali) ;

c] nella corretta comprensione della vacuità dei fenomeni e della persona - almeno a livello intellettuale - e nella sua applicazione nelle põramitõ.

In mancanza di una realizzazione completa dei “tre fondamenti” è accettabile - come si è visto - aver avuto anche solo una qualche esperienza di essi. Infatti, nel kaliyuga è considerato di beneficio ricevere un insegnamento tantrico anche se i praticanti non possiedono i pre-requisiti necessari : perché - se si aspettasse di realizzare effettivamente i “tre fondamenti” prima di ricevere l’iniziazione che ci abilita alla pratica tantrica - probabilmente non riusciremmo ad esser pronti in questa vita.

 

TANTRA NEL KALI YUGA

Il tantra ha pienamente compreso che epoche differenti richiedono metodi e pratiche spirituali differenti per raggiungere l’illuminazione. Inoltre, le spiegazioni e le presentazioni di testi specifici sono appropriate solo per una determinata epoca, dopo la quale i testi devono essere presentati in un’altra forma.

Il tantra non ha mai asserito che qualcuno dei suoi testi rappresenti la formulazione definitiva per ciò che concerne la vita spirituale. Anzi, ha sempre affermato che i singoli testi sono adeguati solo ad un certo periodo, dopo il quale diventano superflui.

Secondo una credenza tantrica, i testi vecchi diventati superflui spariscono automaticamente.

I tantra osservano che le attitudini dell’uomo e le condizioni dell’ambiente cambiano col tempo, quindi le istruzioni ed i metodi dei testi spirituali devono anch’essi cambiare. E’ in questo modo che essi potranno aiutare l’uomo e non ostacolarlo.
Il mezzo è diverso ma lo scopo è lo stesso.

Il tantra comprende un vasto numero di scuole, principali e minori, che hanno rituali e pratiche spirituali con caratteristiche differenti. Fondamentalmente tutte le scuole seguono lo stesso sentiero, in quanto le differenze, anche quelle più grandi, sono solo modi diversi per esprimere, ed eventualmente sperimentare, la stessa cosa.

Lignaggio Kaula

Kaula, o anche Kula, indica un insieme di tradizioni tantriche derivanti dalle pratiche Kapālika (letteralmente "adoratori del Kapālin", il Portatore del teschio - uno dei nomi di Śiva-, corrente ascetica shivaita di origini molto antiche, conosciuta per l'abitudine di meditare nei campi crematori). La scuola Kaula è inoltre strettamente legata alle tradizioni Siddha e Natha. Il significato è "famiglia", "gruppo", "totalità".Un altro significato dato talvolta al termine Kaula è quello di un "gruppo di persone" impegnate insieme nella pratica della disciplina spirituale.

Le famiglie Kaula sono note per i loro esponenti estremi che raccomandano il farsi beffe dei tabù e dei costumi sociali come mezzo di liberazione.

 

Il Kaula si diffuse in tutto il subcontinente indiano, ma è principalmente suddivisibile in due grandi rami, Purva Kaula (Kaula orientale) e Uttara Kaula (Kaula settentrionale). Per quanto riguarda il ramo settentrionale, il sistema Kaula fu introdotto nel Kashmir all'inizio del V secolo d.C. da Shri Macchandanātha. Fu poi ripreso nel IX secolo dal saggio Sumatinātha, al cui lignaggio spirituale apparteneva Shambhunātha, uno dei maestri del grande pensatore e mistico Abhinavagupta.

Sono sue le parole: «La potenza che dimora, risiede nel cuore, è la libertà stessa. L'oggetto, il fine della sua attività creativa è la "famiglia", cioè l'insieme del percepibile, della percezione e del percettore; ed ecco quindi, che essa è chiamata con il nome di "Capofamiglia" (Kaulinī). Creato poi che abbia questa famiglia, essa la guida, la presiede, e, conoscendola, la illumina e la riassorbe in sé a un tempo.»TANTRALOKA.

Filosoficamente il termine è usato per indicare la connessione unificante i molteplici aspetti del reale. Nella tradizione Kaula, la famiglia, o kula, è l'insieme delle potenze divine che danno origine al tutto, e quindi il tutto stesso. Kaulika è un termine che indica la Totalità nella sua forma manifesta, una famiglia, una pluralità, in cui dimora indiviso l'unico Sé, il "Capofamiglia" (la Divinità Suprema, che per alcune correnti è il Dio, Śiva, per altre la Dea, Śakti.

Libertà

La scuola Kaula mette in risalto i concetti di autonomia, liberazione e libertà. Essa afferma la libertà del devoto dai limiti interiori, intellettuali ed egoistici e dai preconcetti esteriori, sociali e culturali.

A livello esteriore il decondizionamento è conseguito distaccandosi dalle restrizioni convenzionali in materia di puro e impuro, e sostituendo la propria famiglia con la quella spirituale del maestro.

A livello interiore la libertà è conseguita attraverso il risveglio della Kundalini, l'energia creativa della Coscienza (Śiva). Kundalini dispiegandosi dà origine alla manifestazione (il processo è tradizionalmente associato alla formazione del corpo umano), per poi giacere addormentata alla base del corpo sottile, in attesa del momento in cui, risvegliandosi, ascenderà fino a ricongiungersi con Śiva. Il risveglio della Kundalini avviene per tutti al momento della morte, ma per gli iniziati acquisisce un valore particolare in quanto permette il ricongiungimento nel Sé supremo, la riscoperta della propria natura non duale, origine di ogni dualità. La libertà assoluta (liberazione) si trova solo nella rivelazione di questa unità onnipervadente, uno stato descritto come ātmavyāpti, riassorbimento nel vero Ātman, o śivavyāpti: riassorbimento nella Coscienza Suprema che è Śiva.

Essere liberi è essere assolti dalla necessità di rinascita, condizionata dai vincoli karmici. La coscienza si espande nella realtà cosiddetta pura, uno stato che esiste oltre il tempo e lo spazio, in cui la potenza di conoscenza e azione non è soggetta a restrizioni, non ci sono desideri condizionati o esigenze da soddisfare e la beatitudine è presente direttamente nella coscienza.

Il metodo fondamentale del Kaula è l'esperienza della libertà di coscienza nel cuore. Il discepolo impara a riconoscere Śiva come la realtà ultima. Le pratiche relative alla coscienza sono spiegate in testi come i Vijñānabhairava Tantra, lo Spandakārikā e gli Śivasūtra. Lo Shivaismo descrive la libertà come svātantrya, la libertà di creare, mantenere e riassorbire l'universo che è propria di Śiva stesso. Si ritiene che Śiva, al di sopra di ogni restrizione o condizionamento, attraverso la sua potenza (śakti) crei, mantenga e riassorba l'universo per sua libera volontà come espressione giocosa del suo Spirito (lila).

Maestro spirituale

"Il guru è la via - gurur upāyaḥ". Questa dichiarazione tratta dal testo sacro più venerato dello Shivaismo kashmiro, lo Śivasūtra, sintetizza la concezione del rapporto tra maestro e discepolo secondo la scuola. Nel tradizione Kaula la disposizione essenziale del discepolo sta nell''arrendersi al proprio maestro, accogliendo il dono del suo impulso spirituale. I discepoli particolarmente ricettivi all'influenza della guida sono chiamati "figli spirituali" e possono conoscere lo stato più elevato di coscienza grazie al contatto diretto con il cuore illuminato del maestro.

Si ritiene che il maestro formi un unico Sé (Ātman) con i suoi discepoli. Perciò egli conduce i discepoli alla scoperta del loro proprio Ātman, per mezzo della sua coscienza. Come il fuoco acceso passa da una candela ad un'altra, la rivelazione del Sé passa da maestro a discepolo direttamente, non attraverso le parole o le pratiche esteriori, ma grazie al trasferimento di potenza Shaktipat.

AHAM: Il Cuore

Aham, il cuore, è un concetto centrale nell'ideologia Kaula, concepito come la realtà più sacra, sede della Coscienza (Cit) e della Beatitudine (Ānanda), luogo di unione della coppia cosmica di Śiva e Śakti[27]. Il termine Aham fa riferimento alla stessa realtà espressa in altri termini come anuttara (insuperabile), Akula (oltre il kula), Śiva (il Signore), Cit (Coscienza Suprema), così come Ānanda e Śakti. Ogni termine esprime un punto di vista specifico, ma nessuno di essi può pienamente descrivere la Realtà Suprema.

A livello individuale, il cuore è la forza che tiene unite le varie esperienze coscienti: l'individuo è considerato un Kula composto da otto elementi. Questi sono: i cinque sensi, l'ego (ahamkara), la mente e l'intelletto. Essi non sono coinvolti in processi totalmente separati bensì costituiscono un'unica famiglia interdipendente ("kaula") che trova nella Coscienza il substrato comune. Il Kaula prescrive varie pratiche allo scopo di reintegrare gli otto "raggi" dell'anima nella Coscienza Suprema.

A livello cosmico, il "Cuore del Signore" (Aham) è il substrato della famiglia di 36 principi (Tattva) che formano tutta la manifestazione. Il concetto di cuore spirituale è talmente importante per il tantrismo che persino la realizzazione suprema è descritta in relazione ad esso. La cosiddetta Kechari Mudrā è un'attitudine descritta come "la capacità della coscienza di muoversi liberamente (charati) nello spazio (kha) del cuore" ( "kha" e "charati" uniti formano "kechari").

Ricerca effettuata da Maya Swati Devi-Vietata la diffusione senza il permesso dell'autrice.

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