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TANTRISMO SAKTA e KAULA

Le due vie tantriche tradizionali che diffonde DEVI TANTRA YOGA

Lignaggi iniziatici di Maya Swati Devi

LIGNAGGIO SAKTA

 

SAKTI o SHAKTI significa forza, potenza, energia femminile, è la manifestazione femminile del divino. La venerazione delle varie forme di Shakti è largamente diffusa in India.

Verso la metà del primo millennio si afferma nel subcontinente asiatico una nuova corrente spirituale e religiosa: lo shaktismo. Una miriade di forme della grande madre si andarono ad affiancare alle  preesistenti divinità maschili induiste formando così delle coppie divine. Questa corrente influenzò notevolmente anche il buddismo così che alle varie figure deiBuddha si affiancarono una figura femminile. Alla divinità maschile che rappresenta l'immutabile si affianca la divinità femminile rappresentante la forza, la potenza e quindi l'energia divina. Una vera e propria rivoluzione religiosa che corrisponde anche ad una nuova veduta spirituale. Nel VII secolo d.C. lo shaktismo produsse i suoi testi sacri: i Tantra.

Le radici più profonde dello shaktismo e del tantrismo si possono individuare nel culto della grande madre dei popoli prevedici. Culti che hanno analogie in tutto il resto del mondo e ci riportano alle origini della spiritualità. Kali o Durga, Madri nere nelle più antiche culture, dee nere nell'antica Grecia o Madonne nere cristiane provengono da un unico prototipo. Una divinità arcaica che ha resistito alle tradizioni maschiliste, come quella vedica, e che è riaffiorata con nuova vitalità con il culto a Durga e Kali in tutte le loro forme.

 

La Dea nera compare per la prima volta nel Devi Mahatmya o Durga Saptasati dal Marcandeya Purana. La devozione a Kali, la dea che più esprime l'archetipo della grande madre, ha il suo fulcro nel tantrismo. La sua forma così terrifica simboleggia la potenza, la forza, il bene che sconfigge il male, è la manifestazione della potenza divina. Nera perché è il colore dove tutto scompare, chiamata anche Digambari (rivestita di cielo), Nuda e con grandi seni come le dee primordiali.

Shiva nel Mahanirvana Tantra così la descrive:

Come il bianco, il giallo e tutti gli altri colori scompaiono nel nero, allo stesso modo tutti gli esseri entrano in Kali.

Quindi è per coloro che hanno raggiunto la conoscenza degli strumenti per la liberazione finale, che la Kalashakti (Kali, senza di Lei il Tempo, Kala, cessa di esistere) senza attributi, senza forma e benefica, ha il colore dell'oscurità.

Poiché l'eterno, inesauribile e benefico nella forma di Kala (il Tempo) è il Nettare stesso, per questo il segno della Luna è posto sulla Sua fronte (dalla Luna fluisce il Nettare). Poiché Lei osserva l'intero universo, che è il prodotto del Tempo (l’Universo è il Brahman nella forma dello Spazio-Tempo che è Maya), con i suoi tre occhi - la Luna, il Sole, e il Fuoco – per questo Lei ha tre occhi.

Poiché Lei divora tutta l'esistenza, poiché Lei mastica tutto ciò che esiste con i suoi denti feroci (Kala-danta, i denti che sono il Tempo), per questo il sangue è immaginato come abbigliamento della Regina dei Deva (alla dissoluzione finale).

Poiché di volta in volta Lei protegge tutti gli esseri dal pericolo, e poichè Lei li dirige nei sentieri del dovere, le sue mani sono sollevate per dissipare la paura e concedere benedizioni.

Poiché Lei racchiude l'universo, che è il prodotto del Rajoguna (la Passione , la qualità attiva), viene descritta come la Devi che è seduta sul loto rosso, mentre guarda Kala ubriaco da vino inebriante e che gioca con l'universo. Inoltre la Devi, la cui sostanza è l'intelligenza, è testimone di tutte le cose.

 

La Madre Divina è venerata come dieci personalità cosmiche, le Dasa-Mahavidya. Le Mahavidya sono considerate tantriche per natura e sono di solito identificate come:

 

Kali: La forma ultima del Brahman, "Divoratrice del Tempo".

Tara: La Dea che è guida, protettrice e salvatrice. Colei che offre la conoscenza ultima che dà la salvezza (nota anche come Neel Saraswati).

Shodashi or Lalita Tripurasundari: La Dea che è "bella nei tre mondi", la "Parvati tantrica" o la "Moksha Mukta".

Bhuvaneshvari: La Dea come Madre del Mondo, o il cui corpo è il cosmo.

Bhairavi: La Dea feroce.

Chinnamasta: La Dea auto-decapitata.

Dhumavati: La Dea Vedova, o Dea della morte.

Bagalamukhi: la Dea che paralizza i nemici.

Matangi: il Primo Ministro di Lalita, la "Sarasvati tantrica".

Kamala: La Dea del Loto, la "Lakshmi tantrica".

 

LIGNAGGIO KAULA

 

"La potenza che dimora, risiede nel cuore, è la libertà stessa. L'oggetto, il fine della sua attività creativa è la "famiglia", cioè l'insieme del percepibile, della percezione e del percettore; ed ecco quindi, che essa è chiamata con il nome di "Capofamiglia" (Kaulinī). Creato poi che abbia questa famiglia, essa la guida, la presiede, e, conoscendola, la illumina e la riassorbe in sé a un tempo"Shambhunātha.

 

Kaula, o anche Kula, indica un insieme di tradizioni tantriche derivant dalle pratiche Kapālika (letteralmente "adoratori del Kapālin", il Portatore del teschio - uno dei nomi di Śiva-, corrente ascetica shivaita di origini molto antiche, conosciuta per l'abitudine di meditare nei campi crematori). La scuola Kaula è inoltre strettamente legata alle tradizioni e

beffe dei tabù e dei costumi sociali come mezzo di liberazione.

 Il significato è "famiglia", "gruppo", "totalità".Un altro

significato dato talvolta al termine Kaula è quello di un "gruppo di persone" impegnate insieme nella pratica della disciplina spirituale.

Il Kaula si diffuse in tutto il subcontinente indiano, ma è principalmente suddivisibile in due grandi rami, Purva Kaula (Kaula orientale) e Uttara Kaula (Kaula settentrionale). Per quanto riguarda il ramo settentrionale, il sistema Kaula fu introdotto nel Kashmir all'inizio del V secolo d.C. da Shri Macchandanātha. Fu poi ripreso nel IX secolo dal saggio Sumatinātha, al cui lignaggio spirituale apparteneva Shambhunātha, uno dei maestri del grande pensatore e mistico Abhinavagupta.

Sono sue le parole: «La potenza che dimora, risiede nel cuore, è la libertà stessa. L'oggetto, il fine della sua attività creativa è la "famiglia", cioè l'insieme del percepibile, della percezione e del percettore; ed ecco quindi, che essa è chiamata con il nome di "Capofamiglia" (Kaulinī). Creato poi che abbia questa famiglia, essa la guida, la presiede, e, conoscendola, la illumina e la riassorbe in sé a un tempo.»TANTRALOKA.

Filosoficamente il termine è usato per indicare la connessione unificante i molteplici aspetti del reale.

Nella tradizione Kaula, la famiglia, o kula, è l'insieme delle potenze divine che danno origine al tutto, e quindi il tutto stesso. Kaulika è un termine che indica la Totalità nella sua forma manifesta, una famiglia, una pluralità, in cui dimora indiviso l'unico Sé, il "Capofamiglia" (la Divinità Suprema, che per alcune correnti è il Dio, Śiva, per altre la Dea, Śakti.

PRINCIPI

I concetti di purezza, dedizione, devozione, libertà, maestro spirituale (guru) e cuore sono concetti fondamentali della tradizione Kaula.

La scuola Kaula mette in risalto i concetti di autonomia, liberazione e libertà. Essa afferma la libertà del devoto dai limiti interiori, intellettuali ed egoistici e dai preconcetti esteriori, sociali e culturali.

A livello esteriore il decondizionamento è conseguito distaccandosi dalle restrizioni convenzionali in materia di puro e impuro, e sostituendo la propria famiglia con la quella spirituale del maestro.

A livello interiore la libertà è conseguita attraverso il risveglio della Kundalini, l'energia creativa della Coscienza (Śiva). Kundalini dispiegandosi dà origine alla manifestazione (il processo è tradizionalmente associato alla formazione del corpo umano), per poi giacere addormentata alla base del corpo sottile, in attesa del momento in cui, risvegliandosi, ascenderà fino a ricongiungersi con Śiva.

Essere liberi è essere assolti dalla necessità di rinascita, condizionata dai vincoli karmici. La coscienza si espande nella realtà cosiddetta pura, uno stato che esiste oltre il tempo e lo spazio, in cui la potenza di conoscenza e azione non è soggetta a restrizioni, non ci sono desideri condizionati o esigenze da soddisfare e la beatitudine è presente direttamente nella coscienza.

"Il guru è la via - gurur upāyaḥ". Questa dichiarazione tratta dal testo sacro più venerato dello Shivaismo kashmiro, lo Śivasūtra, sintetizza la concezione del rapporto tra maestro e discepolo secondo la scuola. Nel tradizione Kaula la disposizione essenziale del discepolo sta nell''arrendersi al proprio maestro, accogliendo il dono del suo impulso spirituale. I discepoli particolarmente ricettivi all'influenza della guida sono chiamati "figli spirituali" e possono conoscere lo stato più elevato di coscienza grazie al contatto diretto con il cuore illuminato del maestro.

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